Tricase

Sorto in seguito all’unificazione di tre casali intorno ad un unico centro di difesa del XII secolo, l’abitato di Tricase è tra i più importanti della costa inferiore salentina, vittima nei secoli di scorribande e saccheggi da parte dei pirati saraceni. Non a caso l’intera zona circostante vede la presenza di numerosi fortilizi, alcuni sopravvissuti in forma di ruderi, come il castello dei Trane (1580), altri ancora ottimamente conservati: è il caso del Castello Gallone di Depressa, oggi fiorente azienda agrituristica, eretto nel ’300 e poi ricostruito nel XVI secolo, che raccoglie al suo interno una ricca collezione di oggetti e testimonianze della società medievale.

Porto della marina di Tricase, in Puglia.

Tricase è nota soprattutto per il principesco palazzo Gallone, oggi sede del Municipio, che domina la parte alta (Serra Tricase), risultato della trasformazione di un originario castello trecentesco avvenuta nel corso del XVII secolo e per la barocca Chiesa Matrice, la cui costruzione ebbe termine verso la fine del XVIII secolo. Dello stesso periodo il pulpito custodito al suo interno, impreziosito da intagli e dipinti di fine fattura.

Lungo la strada che da Tricase scende verso Marina Porto, ci si imbatte nella Quercia Vallonea, secondo la tradizione consacrata a Giove, vero e proprio monumento naturalistico della zona. La specie, presente in Italia nel solo territorio di Tricase, mutua il proprio nome da Vallonia, città della Dalmazia, ma in realtà rimanda a Valania, termine con cui i latini erano soliti indicare una particolare specie di ghianda introdotta dai monaci basiliani fuggiti in Italia dall’Asia Minore per scampare alle persecuzioni ottomane, e rimasta fino alla metà del XX secolo profondamente legata all’arte della concia delle pelli, introdotta nella zona prima dell’anno Mille.